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Dalla rivista D-M-D' n°13
In occasione del bicentenario della nascita di Marx ripubblichiamo un paragrafo della Sacra Famiglia in cui viene criticato il metodo del sistema speculativo. Una lettura che ci aiuta a comprendere le contraddizioni del moderno capitalismo e che dimostra come il pensiero di Marx sia sempre più attuale ed indispensabile per l’emancipazione dell’umanità dalla schiavitù del lavoro salariato.
In questo 2018, che ormai volge al termine, numerose sono state le iniziative, in Italia come nel resto del mondo, di commemorazione del bicentenario della nascita di Karl Marx. Molte di queste, anche quelle organizzate da gruppi e personalità che si richiamano direttamente al suo pensiero, hanno avuto il vizio di essere improntate ad una retorica commemorativa distante anni luce dal pensiero del grande rivoluzionario di Treviri.
La ricorrenza del bicentenario della nascita è stata anche l’occasione per la pubblicazione di numerosi saggi e libri su Marx che, se da un lato hanno sortito l’effetto positivo di ridare fiato ad un dibattito che negli ultimi anni si era affievolito ed in parte sclerotizzato, dall’altro ha ancora una volta mancato inevitabilmente l’obiettivo di rilanciare su un piano più ampio la critica radicale del sistema capitalistico che è stata di fatto l’unica ragione di vita di Karl Marx.
Dalla rivista D-M-D' N°14
“Se volete vedere come muoiono i poveri, guardate la Grenfell Tower. In quest’era di
austerità, i poveri muoiono per l’altrui prosperità. Sono morti affinchè si potessero
risparmiare soldi.”
(Da una poesia di Ben Okri, poeta nigeriano)
L’incendio della Grenfell Tower è la tragedia che ha riguardato un grattacielo, o meglio un termitaio, in cui erano accatestati/alloggiati poveri, immigrati, gente comune che ha avuto origine dall’incendio, nel 2017, di pannelli altamente infiammabili che costituivano il rivestimento esterno del medesimo grattacielo, pannelli il cui utilizzo – dato tristemente rilevante – consentiva un miserevole risparmio di 2,5 euro a metro quadro ma che – a causa della loro pericolosità – erano stati già banditi dal resto d’Europa. Al tirar delle somme quello spregevole risparmio, in linea con le regole auree dell’economia borghese, ha avuto quale tragico corrispettivo la morte di 78 persone.
Dalla rivista D-M-D' n°13
Solo immaginando il capitalismo che non c’è è possibile conciliare gli attuali processi di automazione con l’esigenza di assicurare una vita dignitosa a tutti. Ci può credere solo l’economista borghese che come Antonio, il fratello usurpatore di Prospero, il duca di Milano di shakespeariana memoria «a forza di raccontare bugie per verità, riduce la sua memoria in tanta fallacia da credere per primo alla propria menzogna».
Dato lo sviluppo inarrestabile dell’Intelligenza Artificiale (AI), sembra ormai inevitabile il trasferimento nel giro di pochi anni della gran parte dei lavori e del lavoro al sistema delle macchine. Sono a rischio sostituzione oltre ai pochi posti di lavoro operaio fin qui risparmiati dalla rivoluzione tecnologica anche camionisti, taxisti, infermieri, medici, ingegneri, analisti finanziari, tecnici informatici, giornalisti, avvocati e perfino, stando a uno studio dell’economista di Harvard Sendhil Mullaianathan, alcune figure di giudice .[1] Insomma è alle porte una nuova straordinaria rivoluzione tecnologica.
Dalla rivista D-M-D' n°13
Si annuncia la rivoluzione dell'IA, peraltro già avviata da oltre 20 anni con lo sviluppo di Internet e del web. Sarà una rivoluzione che peggiorerà le già deteriorate condizioni di vita dei lavoratori aprendo scenari sociali di potenziali conflitti i cui esiti sono al momento imprevedibili. Essa fa intravedere, per la prima volta nella storia, la possibilità concreta di far lavorare le macchine al posto degli uomini e di liberarli dalla dipendenza dal lavoro coatto.
Meno si è meno si esprime la propria vita;
più si ha e più è alienata la propria vita.
Karl Marx
Siamo alla quarta rivoluzione industriale. Il capitalismo, finora, è riuscito a dare un impulso senza precedenti allo sviluppo delle forze produttive che, in poco più di due secoli, ha trasformato profondamente la società. Se guardiamo oltre l'apparente progresso, tanto sbandierato dagli apologeti del capitalismo, constatiamo un disastro sociale ed ambientale senza precedenti storici. Oggi le più colpite sono le giovani generazioni addirittura private della possibilità di progettare il loro futuro tanto è precaria la loro condizione lavorativa ed esistenziale. I fenomeni di karoshi e ikikomori, presenti in Giappone e sempre più frequentemente in Occidente, sono un segno dei tempi che viviamo1.
Dalla rivista D-M-D' N°14
Senza rivoluzione comunista una società finalmente umana che metta fine al dominio e allo sfruttamento, che riconcili umanità e natura grazie a una prassi sociale, trasparente, non mistificata, non finalizzata al profitto, ma che abbia come obiettivo il muoversi in direzione degli interessi e del ben-essere degli uomini, in armonica relazione con il contesto ambientale, non potrà mai vedere la luce.
Ricorre quest’anno il 10° anniversario della costituzione del nostro Istituto. Consuetudine vuole che in tali ricorrenze si tracci un bilancio dell’esperienza fatta. Nel nostro caso, dati i compiti e le finalità che ci eravamo assegnati, non si tratta, però, di redigere un bilancio puramente contabile delle entrate e delle uscite per valutare su questa base il risultato raggiunto, quanto di verificare se la ragioni poste a fondamento di questa nostra esperienza sussistano ancora o siano venute meno.
A ispirare la nostra iniziativa, infatti, non fu l’intenzione di dare vita a un nuovo gruppo o peggio a un altro sedicente partito comunista internazionalista per ritagliarsi uno spazio nella già affollatissima e frastagliatissima area della sinistra comunista internazionalista, ma la constatazione che a partire almeno dai primi anni ’70 del secolo scorso, insieme al terzo ciclo di accumulazione del capitale, si era chiusa un’intera fase storica e che perciò fosse necessaria una più puntuale sistematizzazione teorica-politica dei dati relativi al nuovo contesto economico-sociale che la crisi andava determinando.