Abbiamo 16 visitatori e nessun utente online
Questo numero speciale della rivista è dedicato alla crisi che ha investito il sistema capitalistico su scala mondiale.
Già nel titolo “La crisi non è virale, è del capitale” risulta chiara la tesi che sosteniamo negli otto articoli della rivista, una crisi epocale che trova la propria origine nelle contraddizioni del modo di produzione capitalistico. La pandemia ha soltanto esasperato ed anticipato l’esplodere della crisi, tant’è che nei mesi precedenti la diffusione del coronavirus erano evidenti i segnali che l’economia mondiale stava velocemente marciando verso una recessione di portata storica.
Il primo articolo di questo numero “Il coronavirus e i comunisti oggi” analizza il ruolo delle avanguardie rivoluzionarie nel nuovo contesto che si è aperto con questa crisi epocale, e “Vuole essere parte integrante di un confronto più ampio, saldo sui fondamenti del nuovo materialismo, capace di guardare alla contemporaneità e al futuro con uno sguardo rinnovato è più acuto.”
Il secondo articolo “Analisi di una crisi che cambierà il quadro imperialistico mondiale” entra più nel dettaglio dei meccanismi economici che hanno determinato l’insorgenza della crisi. Gli Stati Uniti, vero epicentro di questa devastante crisi, riusciranno ancora a mantenere il dominio del mondo? Il dollaro sarà ancora la moneta regina nel panorama monetario internazionale, oppure verrà ridimensionato dall’avanzare del declino americano? Cina ed Unione Europea che ruolo saranno destinate a giocare nel nuovo contesto imperialistico mondiale? Sono queste le domande alle quali l’articolo tenta di dare delle risposte, con la consapevolezza che, senza l’alternativa della rivoluzione comunista, “è proprio questo il mondo che ci prospetta il capitale, un mondo in cui l’umanità sarà catapultata nella spirale della guerra imperialistica permanente, combattuta per il controllo della produzione di capitale fittizio, e nella miseria generalizzata.”
[FR]
Le scuole di ogni ordine e grado sono ormai chiuse dagli inizi di marzo. Dal momento in cui ci si è resi conto che non fosse possibile proseguire le lezioni in classe c’è stato un iniziale, breve, momento di smarrimento che è stato poi sostituito da un’idea “geniale”: la Didattica A Distanza (DAD). La DAD, consiste nell’utilizzo di piattaforme digitali per fornire agli alunni lezioni, compiti, verifiche ed esami. Sul sito del Ministero dell’Istruzione si può accedere a «[…] strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate […]»[1].
Une nouvelle attaque contre les conditions de vie du prolétariat.
Publié le 23 Avril 2020 par Sica/Pantopolis [IT]
Les écoles de tous niveaux sont fermées depuis le début du mois de mars. Dès le moment où il est apparu clairement qu’il n’était pas possible de continuer à donner cours en classe, il y eut un premier et bref moment de perplexité auquel a succédé cette «brillante» idée : l’enseignement à distance (DAD)**. Le DAD, consiste en l’utilisation de plates-formes numériques pour fournir aux élèves des leçons, des devoirs, des tests et des examens. Sur le site web du Ministère de l’éducation, vous pouvez accéder à « [...] des outils de coopération, d’échange de bonnes pratiques et de jumelage entre écoles, des webmestres de formation, des contenus multimédias pour les études, des plateformes certifiées [...]»[1]
Dobbiamo abituarci all’idea che ai più importanti bivi della vita, non c’è alcuna segnaletica.
(Ernest Hemingway)
Il 2020 sarà con ogni probabilità ricordato come l’anno del Coronavirus, un evento epocale, un passaggio difficile e doloroso, un evento che da subito è segnato da incertezza, precarietà e sofferenza, un evento che segnerà un solco, un prima e un dopo.
A gennaio del 2020 viene lanciato l’allarme per la diffusione di un virus che attacca le vie respiratorie, da Wuhan nella provincia dello Hubei in Cina si diffonde al resto del mondo. Nella stessa Cina in pochi giorni il bilancio passa da poche centinaia di infettati a oltre seimila. Già nel 2003 si era diffusa la sindrome respiratoria acuta ( Sars), ma a differenza di quello precedente questo nuovo virus (Covid-19) si diffonde più rapidamente ed è più difficile da individuare in quanto i tempi di incubazione vanno da due a quattordici giorni, durante i quali le persone infette lo propagano in assenza di sintomi.