Abbiamo 60 visitatori e nessun utente online
Dalla rivista D-M-D' N°14
Il movimento dei “gilet gialli” è un segnale forte del disagio sociale che colpisce anche le aree avanzate del capitalismo. A subirne le conseguenze è in primo luogo il proletariato, soprattutto il nuovo proletariato giovanile, in parte frammentato e precarizzato dalle ristrutturazioni dell’apparato produttivo e dalla nuova divisione internazionale del lavoro. Analogamente, la dinamica di crisi del sistema, scompagina buona parte dei ceti medi, i quali reagiscono al precipitare della loro condizione verso il basso. Il processo di proletarizzazione della società ripropone la relazione tra queste due componenti della formazione sociale borghese portatori potenzialmente di aspirazioni e progetti storicamente contrapposti.
Dalla rivista D-M-D' N°14
Il superamento del lavoro (Die Aufhebung der Arbeit) è un tema centrale per ripensare la trasformazione radicale dell’attività umana in una società comunista. Questo contributo si propone di rimetterlo oggi a tema, nella consapevolezza che possa rappresentare un asse fondamentale attorno cui approfondire la riflessione sulla dialettica tra necessità e libertà, sulle modalità di relazione uomo-natura e sulle stesse forme di razionalità dominanti.
… die kommunistische Revolution sich gegen
die bisherige Art der Tätigkeit richtet, die Arbeit beseitigt...
… la rivoluzione comunista si rivolge
contro il modo dell’attività che si è avuto finora, sopprime il lavoro…
(K. Marx, F. Engels)
Lavoro: dalla dannazione al superamento
Quando si prospetta l’effettivo statuto della «libertà» nel comunismo, il tema del lavoro è necessariamente centrale, per l’importanza che assume nella vita degli individui e della società umana.
Il lavoro è una forma determinata dell’attività umana in generale, e delle forme di attività produttive in particolare.
Dalle sue origini è connesso alla mancanza e alla sofferente attività necessaria per porvi rimedio.
Lavoro, in greco (πόνος, pònos), rimanda sia a penuria che a pena. Operaius, in latino, è uomo di pena. Lavoro è sempre sofferenza[1]. «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra»: così Yahweh ammonisce l’Adam nel mito di Genesi (Gn 3:19).
Dalla rivista D-M-D' n°13
In occasione del bicentenario della nascita di Marx ripubblichiamo un paragrafo della Sacra Famiglia in cui viene criticato il metodo del sistema speculativo. Una lettura che ci aiuta a comprendere le contraddizioni del moderno capitalismo e che dimostra come il pensiero di Marx sia sempre più attuale ed indispensabile per l’emancipazione dell’umanità dalla schiavitù del lavoro salariato.
In questo 2018, che ormai volge al termine, numerose sono state le iniziative, in Italia come nel resto del mondo, di commemorazione del bicentenario della nascita di Karl Marx. Molte di queste, anche quelle organizzate da gruppi e personalità che si richiamano direttamente al suo pensiero, hanno avuto il vizio di essere improntate ad una retorica commemorativa distante anni luce dal pensiero del grande rivoluzionario di Treviri.
La ricorrenza del bicentenario della nascita è stata anche l’occasione per la pubblicazione di numerosi saggi e libri su Marx che, se da un lato hanno sortito l’effetto positivo di ridare fiato ad un dibattito che negli ultimi anni si era affievolito ed in parte sclerotizzato, dall’altro ha ancora una volta mancato inevitabilmente l’obiettivo di rilanciare su un piano più ampio la critica radicale del sistema capitalistico che è stata di fatto l’unica ragione di vita di Karl Marx.
Dalla rivista D-M-D' N°14
“Se volete vedere come muoiono i poveri, guardate la Grenfell Tower. In quest’era di
austerità, i poveri muoiono per l’altrui prosperità. Sono morti affinchè si potessero
risparmiare soldi.”
(Da una poesia di Ben Okri, poeta nigeriano)
L’incendio della Grenfell Tower è la tragedia che ha riguardato un grattacielo, o meglio un termitaio, in cui erano accatestati/alloggiati poveri, immigrati, gente comune che ha avuto origine dall’incendio, nel 2017, di pannelli altamente infiammabili che costituivano il rivestimento esterno del medesimo grattacielo, pannelli il cui utilizzo – dato tristemente rilevante – consentiva un miserevole risparmio di 2,5 euro a metro quadro ma che – a causa della loro pericolosità – erano stati già banditi dal resto d’Europa. Al tirar delle somme quello spregevole risparmio, in linea con le regole auree dell’economia borghese, ha avuto quale tragico corrispettivo la morte di 78 persone.
Dalla rivista D-M-D' n°13
Solo immaginando il capitalismo che non c’è è possibile conciliare gli attuali processi di automazione con l’esigenza di assicurare una vita dignitosa a tutti. Ci può credere solo l’economista borghese che come Antonio, il fratello usurpatore di Prospero, il duca di Milano di shakespeariana memoria «a forza di raccontare bugie per verità, riduce la sua memoria in tanta fallacia da credere per primo alla propria menzogna».
Dato lo sviluppo inarrestabile dell’Intelligenza Artificiale (AI), sembra ormai inevitabile il trasferimento nel giro di pochi anni della gran parte dei lavori e del lavoro al sistema delle macchine. Sono a rischio sostituzione oltre ai pochi posti di lavoro operaio fin qui risparmiati dalla rivoluzione tecnologica anche camionisti, taxisti, infermieri, medici, ingegneri, analisti finanziari, tecnici informatici, giornalisti, avvocati e perfino, stando a uno studio dell’economista di Harvard Sendhil Mullaianathan, alcune figure di giudice .[1] Insomma è alle porte una nuova straordinaria rivoluzione tecnologica.