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La polveriera Ucraina

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Creato: 03 Febbraio 2022 Ultima modifica: 21 Febbraio 2022
Scritto da Giorgio Paolucci Visite: 2359

Un nuovo capitolo della guerra imperialista permanente rischia di essere scritto nel cuore dell’Europa. E’ sempre più alta la tensione sul fronte orientale del vecchio continente, Le schermaglie dialettiche della politica stanno pericolosamente lasciando il posto alle armi e alle dimostrazioni di forza da parte dei contendenti imperialisti.

Traduzioni[EN][FR]

Intorno all’Ucraina si stanno scontrando senza esclusioni di colpo i principali protagonisti dell’imperialismo del XXI secolo. Se a uno sguardo superficiale lo scontrocartina Ucrainathmb è soprattutto tra gli Stati Uniti e la Russia, a essere pesantemente coinvolta, per gli strettissimi legami economici e politici, è soprattutto l’Unione Europea, con la Cina spettatrice interessata a non vedere interrotto il suo traffico commerciale con l’area più industrializzata al mondo.

E’ in questo contesto di guerra sempre meno fredda che il presidente americano Biden negli ultimi tempi ha pericolosamente alzato i toni accusando pesantemente la Russia di essere sul punto di invadere l’Ucraina e, benché non vi fosse un solo indizio che le cose stessero realmente in questi termini, ha concesso a Kiev un primo aiuto militare di 2,5 miliardi di dollari a cui ha fatto seguito, lo scorso novembre, l’invio di: «Altre 88 tonnellate di munizioni nel quadro di un “pacchetto” da 60 milioni di dollari, comprendente anche missili Javen già schierati contro i russi del Donbass. Allo stesso tempo gli Usa hanno inviato in Ucraina oltre 150 consiglieri militari che, affiancati da quelli di una dozzina di alleati Nato, dirigono di fatto le operazioni»[1]. E contemporaneamente il segretario generale della Nato, il norvegese Stoltenberg, rilasciando una serie di dichiarazioni ha dato per scontato e ormai imminente l’ingresso nella Nato anche di Kiev dopo Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania, andando così a completare l’accerchiamento militare della Russia.

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Sulle recenti rivolte in Kazakistan

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Creato: 26 Gennaio 2022 Ultima modifica: 26 Gennaio 2022
Scritto da Lorenzo Procopio Visite: 1176

Migliaia di lavoratori manifestano contro il carovita, scoppia una rivolta duramente repressa nel sangue dal governo Tokayev. Ora è il gigante dell’Asia centrale che rischia di trasformarsi in un nuovo fronte della guerra imperialistica permanente.

mappa politica del kazakistan thmbL’ordine è ristabilito nella capitale Nur Sultan, ma rimangono ovviamente irrisolti i problemi e le contraddizioni che sono all’origine delle violente proteste che hanno scosso il Kazakistan all’alba del nuovo anno. La violentissima repressione imposta dal presidente Tokayev, con la collaborazione dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), la struttura militare di pronto intervento composta da russi, kazaki, armeni, tagiki, bielorussi e kirghizi, ha spezzato in pochi giorni la rivolta ma non ha diradato le nuvole nere che si addensano sul cielo dell’intera area centro-asiatica. 

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La COP26 conferma che per salvare il pianeta bisogna affrancarsi dal capitalismo

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Creato: 01 Dicembre 2021 Ultima modifica: 01 Dicembre 2021
Scritto da Carmelo Germanà Visite: 1141

La cosiddetta “transazione ecologica” ha senso per il vigente modo di produzione alla sola condizione che si creino opportunità di profitto, con buona pace dei propositi di facciata a difesa dell’ambiente e ancora meno per la tutela della salute della collettività

 mareggiataIl processo di accumulazione capitalistico ha quale unico scopo spremere la maggiore quantità possibile di plusvalore dai lavoratori. A tal fine l’essere umano, la natura, o qualunque altra cosa sono semplici strumenti subordinati alla logica del massimo profitto, tutto il resto non ha importanza. Pensare che il capitalismo possa invertire la rotta e accogliere gli allarmi che da tutte le parti vengono lanciati sul degrado del pianeta e quindi sui pericoli per la stessa sopravvivenza dell’umanità, è pura illusione. La COP26 (26esima Conferenza delle Parti), meeting annuale sui cambiamenti climatici organizzato dalle Nazioni Unite, svoltosi recentemente a Glasgow, è l’esemplare dimostrazione dell’impotenza dei rappresentanti delle varie borghesia nazionali di poter agire al di sopra delle ferree leggi impersonali del capitale.

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Green Pass, sì; Green Pass, no: è il trionfo dell’ideologia borghese

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Creato: 20 Novembre 2021 Ultima modifica: 20 Novembre 2021
Scritto da Giorgio Paolucci Visite: 1435

Con o senza green pass, ciò che veramente conta per il capitale è spremere profitto da ogni cosa ed essere vivente a esclusivo vantaggio della borghesia.

 goyaLa pandemia, aggravando ulteriormente la crisi in cui versa già da qualche decennio il modo di produzione capitalistico, ne ha messo a nudo tutte le sue contraddizioni e il suo essere ormai in conflitto inconciliabile non solo con il proletariato e in generale con la stragrande maggioranza della classe lavoratrice, ma con la vita stessa degli uomini e del pianeta.  Non c’è ormai un solo istante della vita che non sia sottoposto a quella autentica dittatura che subordina ogni attività umana alla realizzazione del profitto; tutto deve essere profittevole e quando non lo è, è considerato uno scarto al pari di un rifiuto ingombrante. Il virus imperversava e mieteva vittime, come e più che in una guerra, e la parola d’ordine della classe dominante era sminuirne la gravità pur di non interrompere o solo rallentare il processo di estrazione del plusvalore.  I governi hanno decretato la sospensione di alcune attività produttive (In Italia, per esempio, non è stata sospesa neppure la produzione delle armi destinate all’esportazione) soltanto quando è divenuto concreto il rischio che la pandemia, dilagando ulteriormente, avrebbe potuto provocare la totale paralisi di ogni attività e quindi anche del processo di accumulazione del capitale (DmD’).[1]

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Elezioni amministrative: vince l’astensionismo

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Creato: 12 Ottobre 2021 Ultima modifica: 12 Ottobre 2021
Scritto da Giorgio Paolucci Visite: 1189

…Che, al di là del pianto greco dei suoi corifei, non è che, poi, dispiaccia più di tanto a sua maestà il capitale.

astensioneNonostante nel corso dell’ultima campagna elettorale per le elezioni amministrative siano scesi in campo tutti i massimi dirigenti dei partiti in lizza, nessuno di essi può dire di averle veramente vinte: su 13 milioni di aventi diritto, un elettore su due non ha votato, ha vinto cioè solo il “partito” dell’astensionismo.

  Stando alle analisi dei flussi elettorali, hanno disertato le urne soprattutto gli elettori delle grandi città e in particolare quelli delle loro periferie. “È colpa dei partiti anzi della Politica!”, hanno tuonato all’unisono tutti i mezzi di informazione mainstream. “Essa, chiusa come è nella sua autoreferenzialità, è ormai incapace di cogliere ciò che si agita nel profondo del tessuto sociale e del malessere che lo pervade, soprattutto gli strati sociali più svantaggiati.”

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  3. Il capitalismo della sorveglianza.
  4. L’imperialismo: fase suprema dello sfacelo capitalistico

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