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Catanzaro 23 Febbraio 2009
Celso,
Nel volantino si affermava che "il riscatto delle nostre condizioni di vita e di lavoro passa per la lotta intransigente contro questo sistema, lotta che richiede inevitabilmente forme e metodi incompatibili con la pratica sindacale ( comitati di lotta e assemblee territoriali su tipo dei
movimenti No Tav/No Dal Molin)". Ora, se sono questi gli organismi indispensabili perché la lotta economica, la lotta immediata, possa andare oltre "la pratica sindacale", fino a pervenire "al riscatto delle nostre condizioni di vita" cioè al socialismo, è del tutto evidente che siete tu e Damiano a pensare che si possa "pervenire a una coscienza comunista, nel senso di rivoluzionaria, senza il partito". Ma leggiamo per intero il passaggio in cui arrivi alla conclusione paradossale che invece saremmo noi a sostenere una tesi del genere. Forse è qui che risiede la ragione per cui tu ritieni che noi ( ma, stando al suo messaggio di ieri, anche Fabio) abbiamo equivocato. Tu scrivi: "E poi, in un volantino non possiamo dire agli operai di costruire dei gruppi di fabbrica e di territorio internazionalisti, altrimenti dovremmo ritenere che, in questo caso sì, i lavoratori possano pervenire a una coscienza comunista, nel senso di rivoluzionaria, senza il partito. " Secondo te, dunque, i gruppi di fabbrica e/o territoriali non sono una parte del partito. E se non sono una parte ( e che parte!) del partito cosa sono? Organismi del tutto simili ai vari comitati di lotta e a tutti gli organismi che quotidianamente nascono e muoiono quale espressione della spontaneità della lotta di classe ai vari livelli? No Celso, qui sei tu che equivochi, e anche alla grande! I gruppi di fabbrica e/o territoriali sono il partito nella classe anzi per essere più precisi, la sua lunga mano, la sua presenza organizzata nel senso stesso della classe. E sono stati concepiti e li riteniamo indispensabili, loro si, proprio perché non siamo spontaneisti, proprio perché non crediamo nella possibilità che la classe possa spontaneamente pervenire a una "coscienza comunista". D'altra parte, se non dovessero essere organismi del partito e dunque il partito stesso nel seno della classe, di grazia, a che cosa servirebbero?
Leggendo questa tua osservazione, mi sono tornate in mente le lunghissime discussioni con i compagni della CCI nel corso delle prime due conferenze internazionali. Anche loro, infatti, non avendo compreso che i gruppi di fabbrica sono uno dei momenti fondamentali del partito e non un nuovo sindacato o qualcosa di simile, ci accusavano di praticare una forma di sindacalismo camuffato. Ora tu per la stessa incomprensione del ruolo e della funzione dei gruppi di fabbrica e/o territoriali, ci accusi di essere spontaneisti. Ecco, questa è un'altra prova che, esattamente come andiamo sostenendo noi catanzaresi da molto tempo a questa parte, nel corso di tutti questi anni su questo punto non è stata fatta tutta la necessaria chiarezza. Tornando al volantino, certamente non tutti i volantini debbono necessariamente concludersi evidenziando la necessità della ricostruzione dl partito rivoluzionario ecc. ecc. Ma se ciò è vero, a maggior ragione vale il riferimento, sempre e comunque, alla presenza "indispensabile" di comitati di lotta, movimenti ecc.; tanto più che a differenza dei gruppi di fabbrica, questi organismi non nascono perché lo scriviamo noi nei nostri volantini, ma sono (quando non degli intergruppi più o meno camuffati) un prodotto di quelle situazioni contingenti che via via si determinano. Sul fatto, poi, che movimenti come il No dal Molin e No Tav non siano movimenti interclassisti, beh francamente non so cosa tu intenda per "interclassismo". Ma se non è interclassista un movimento come il No Dal Molin, che va dagli operai ( pochi in verità) ai proprietari della case vicine al Dal Molin, (che dall'allargamento di questo temono una svalutazione dei loro immobili); dalla casalinga al dirigente d'azienda; dai militanti della cosiddetta sinistra radicale fino al Pd e anche a frange di Forza Italia e della Lega Nord, e che non fa alcun riferimento alla lotta di classe anche intesa come sola difesa delle "condizioni di vita dei lavoratori", quali movimenti lo sarebbero? Ad ogni buon conto, per evitare che la discussione si trasformi in uno sterile ping pong tutto interno al Ce, sono del parere che essa vada estesa e aperta a tutta i componenti dell'Agm mettendo a loro disposizione la critica del volantino di Damiano presentata, su sollecitazione di Loto, al Ce dalla sezione di Catanzaro, nonché gli interventi che finora vi hanno fatto seguito, ivi compreso quello di Fabio di ieri[1], in modo che possa svilupparsi finalmente quel tanto auspicato processo di chiarificazione di cui tutti avvertiamo la sempre più urgente necessità.
Ciao
p. la sezione di Catanzaro
Giorgio.
[1] Ecco di seguito, il breve testo di quell’intervento: “ Compagni, senza drammatizzare nel volantino di Damiano ci sono alcune incongruenze e sopratutto vengono meno alcune nostre indicazioni, quelle sulla necessità del partito e sugli organismi che il partito si deve sforzare di creare( gruppi di fabbrica, di territorio ecc).
Nell'ultima riunione sull'intervento abbiamo messo l'accento proprio su questi aspetti. Forse il lavoro politico di chiarificazione deve proseguire ancora sulla base dello studio dei nostri documenti e su incontri chiarificatori maggiormente mirati all'argomento.
saluti fabio.” ( Milano 20 febbraio 2009)