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Ai compagni del Ce
Accogliendo la sollecitazione di Loto, è stato discusso, in un'apposita riunione tenutasi martedì 17 febbraio u.s., il testo del volantino diffuso nel corso della manifestazione nazionale del 13 us. e del quale i compagni Giorgio e Lorenzo, nella loro qualità di membri del Ce, hanno, per vari motivi, preso visione solo dopo tale data.
In particolar modo è stato oggetto di discussione la parte finale del volantino che di seguito si riporta:
"Il riscatto e la difesa delle nostre condizioni di vita e lavoro passa per la lotta intransigente contro questo sistema, lotta che richiede inevitabilmente forme ( comitati di lotta e assemblee territoriali, sul tipo dei movimenti No Tav/No Dal Molin) e metodi incompatibili con la pratica sindacale, così come fino ad ora l'abbiamo conosciuta o di cui si è persa la memoria: per es. picchettaggi, blocchi, scioperi che i padroni e i loro manutengoli chiamano selvaggi, ecc. Non a caso con le recenti proposte di legge fasciste del governo (vedi proposta Sacconi) ogni sciopero o lotta degna di tale nome saranno di fatto “selvaggi”.
Solo in tale percorso, potremo forse strappare cigs, blocco dei licenziamenti, delle bollette, mettere cioè paura e quindi un freno agli attacchi dei padroni incattiviti dalla loro crisi di profitti ed allo Stato che ne tutela apertamente gli interessi."
Infatti è pressoché impossibile non rilevare che qui, mentre è letteralmente scomparso il partito e la necessità della sua organizzazione di fabbrica e territoriale, si indicano come strumenti indispensabili per condurre una coerente lotta di classe in difesa delle condizioni "di vita e lavoro" generici comitati di lotta e, peggio ancora, movimenti "civili" quali il "No Tav" e il "No Dal Molin" che sono interclassisti per definizione, per contenuti e composizione sociale nonché per gli obbiettivi che si prefiggono di raggiungere.
Questa indicazione, a nostro avviso, non è molto dissimile da quella contenuta nell'appello lanciato da Loto per la costituzione di una Rete operaia e territoriale e di una Lega di studenti ( almeno queste erano rivolte agli operai e agli studenti internazionalisti!), a latere e indipendente dal partito, la scorsa estate. Lascia pertanto alquanto perplessi il fatto che questo volantino sia stato approvato nonostante a suo tempo il Ce respinse quell'appello facendo suo il documento di critica ad esso presentato dal compagno Mario e fatto proprio anche dalla nostra sezione.
Noi siamo, invece, convinti,- come peraltro previsto dalla nostra piattaforma politica e sindacale- che senza la presenza organizzata del partito sui posti di lavoro e sul territorio ( gruppi comunisti internazionalisti di fabbrica e territoriali) quale polo di riferimento autenticamente anticapitalista anche questi organismi sono destinati a scomparire con l'esaurirsi delle situazioni contingenti che ne determinano la nascita. Pertanto il ritenere -come si sostiene nel volantino- che possano essere gli strumenti indispensabili per l'esercizio di una pratica "incompatibile con quella sindacale" ci sembra almeno velleitario e comunque frutto di un approccio alla questione dell'intervento e del rapporto fra il Partito e la Classe di tipo chiaramente movimentista. Un approccio che, nella migliore delle ipotesi, quando non nega la sua ragion d'essere, riduce il partito a una pura appendice dello spontaneismo in questo caso neppure di classe, ma solo genericamente sociale . Senza voler con ciò drammatizzare la situazione, è difficile non rilevare che anche in questa circostanza è emerso purtroppo il permanere all'interno della nostra organizzazione di non poca confusione su questa questione e di conseguenza anche della necessità di avviare con urgenza e una volta per tutte un percorso di effettiva chiarificazione.
I compagni della sezione di Catanzaro