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Creato: 22 Ottobre 2018 Ultima modifica: 23 Ottobre 2018
Scritto da Istituto Onorato Damen Visite: 1275
  Milano, manifestazione dei «Rider» di Deliveroo© LaPresse Sono molte le ragioni che ci sostengono nel ripubblicare, a distanza di sedici anni, il breve articolo Crisi del ciclo di accumulazione del capitale e crisi congiunturali, già apparso sulla rivista Prometeo. In primo luogo pensiamo che, in questi anni, abbiano trovato conferme le ragioni teoriche che sostenevano l’impianto dell’articolo, tanto che, anche quest’anno in cui ricorre il bicentenario della nascita di Karl Marx, la critica dell’economia politica del Moro trova nelle contraddizioni del capitalismo una splendida conferma.
Milano, manifestazione dei «Rider» di Deliveroo© LaPresse  

Quando fu pensato l’articolo ci sembrava importante distinguere le crisi congiunturali, che periodicamente si manifestano ed ostacolano il funzionamento del capitale, da quelle che segnano un vero e proprio spartiacque tra una fase ascendente ed una discendente del ciclo economico e dell’intero processo d’accumulazione. Nel momento in cui fu scritto l’articolo, il capitalismo era alle prese con il primo grande crollo borsistico del nuovo millennio, quello della New Economy, e nel pieno della crisi determinata dall’attentato terroristico dell’undici settembre del 2001 di New York. In quel contesto era scoppiata la grande bolla speculativa del settore delle nuove tecnologie, indicato dai corifei del capitale, solo qualche anno prima,  come la nuova frontiera del permanente avanzare dello sviluppo capitalistico. Una crisi, quella delle dotcom, che è stata un piccolo antipasto di quella del 2008, esplosa con lo scoppio della bolla speculativa dei mutui sub-prime statunitensi; definita dai più attenti osservatori come la più devastante del moderno capitalismo, di gran lunga più grave rispetto a quella del 1929.

La crisi del 2008 ha di fatto cambiato il mondo ed imposto un radicale rimescolamento di carte nel panorama imperialistico su scala internazionale. Dopo un decennio sono forse state eliminate, o quanto meno attenuate, le cause che sono state all’origine dello scoppio della crisi dei mutui sub-prime?  Noi pensiamo di no. Infatti l’enorme massa di capitale fittizio, che ha alimentato lo scoppio della bolla speculativa del 2008, non solo non si è ridotta, ma è di fatto decuplicata. In questi ultimi dieci anni, le  politiche monetarie espansive del Quantitative Easing stanno esasperando quelle stesse contraddizioni che nel 2008 hanno determinato l’insorgere della crisi. Sono in tanti a sostenere la tesi che siamo alla vigilia dello scoppio di una nuova e più deflagrante bolla speculativa che rischia di trascinare l’umanità, ancora una volta, in una spirale di morte, in cui il principio ispiratore del moderno capitalismo è la guerra imperialistica permanente.