Chiarimenti in 8 punti

Creato: 08 Ottobre 2013 Ultima modifica: 03 Ottobre 2016
Scritto da Istituto Onorato Damen Visite: 2325

Carissimo Lorenzo, non ho molto da aggiungere a quello che ho già detto, (ho fatto alcune osservazioni direttamente sul tuo testo) salvo queste ulteriori precisazioni.

1) Siamo d’accordo sullo sviluppo contraddittorio e antagonistico dei fattori che compongono il capitalismo. Al riguardo aggiungevo, nella mia risposta, che non si può considerare tout court  controtendenza l’aumento della produttività del lavoro sulla base dell’aumento del plus valore relativo. Ciò avviene, entro certi limiti,  soltanto quando l’aumento del saggio del plus valore è superiore all’aumento del rapporto organico del capitale. Che la partita si giochi all’interno delle proporzioni tra capitale costante, variabile, saggio del plus valore e modificazione del rapporto organico del capitale è assodato. Sempre al riguardo Marx dice a pag. 299-300 della solita edizione, capitolo sul Conflitto tra l’estensione della produzione e la valorizzazione, in fondo alla pagina”Questi due movimenti (incremento del plus valore e diminuzione della quantità della forza lavoro) non solo agiscono simultaneamente, ma si determinano reciprocamente, sono manifestazioni di una medesima legge: Essi tuttavia agiscono in senso opposto sul saggio del profitto” Max poi fa un esempio che tralascio e conclude “Sotto questo aspetto, la possibilità di compensare la diminuzione del numero degli operai (modificazione della composizione organica del capitale) aumentando il grado di sfruttamento (plus valore relativo) del lavoro ha dei limiti insuperabili; la caduta del saggio del profitto può essere ostacolata, ma non annullata”.

 

2) Siamo d’accordo che è la modificazione del rapporto organico del capitale ( più capitale costante rispetto al variabile) che innesca la caduta del saggio. Ma che cos’è la modificazione del rapporto organico del capitale, se non l’aumento della produttività del lavoro sulla base dell’aumento del plus valore relativo, che a sua volta, si basa sull’introduzione di nuove tecnologie, macchinari, ovvero capitale costante che va a sostituire quello variabile.

 

3) Se si dice, come affermi, che l’aumento della produttività del lavoro, l’aumento del saggio del plus valore, compensano gli effetti della modificazione del rapporto organico del capitale, non solo sarebbe una contro tendenza, ma la caduta del saggio non potrebbe mai esprimersi, o si esprimerebbe soltanto per brevi periodi. E’ ovvio che i due elementi configgano tra di loro ma, nel lungo periodo, finisce per prevalere la caduta e non la contro tendenza che rende la legge tendenziale e non linearmente progressiva. Marx pag. 290, ultimo paragrafo,”E così si è visto, in generale, che le medesime cause che determinano la caduta del saggio del profitto, danno origine a forze antagonistiche che ostacolano, rallentano e parzialmente paralizzano questa caduta… In tal modo la legge si riduce ad una semplice tendenza, la cui efficacia si manifesta in modo convincente solo in condizioni determinate, e nel corso di lunghi periodi di tempo.”

 

4) Quindi è vero esattamente il contrario, l’aumento della produttività del lavoro è solo a volte, e per periodi brevi, contro tendenza, mentre nel lungo periodo è alla base della modificazione del rapporto organico del capitale, e quindi, della caduta del saggio. La storia del capitalismo è storia di processi di accumulazione basati sulla riproduzione allargata. La riproduzione allargata, di solito, è sinonimo di modificazione del rapporto organico del capitale, che a sua volta determina la legge della caduta del saggio, che è frenata, e in alcuni casi rovesciata come tendenza, non tanto. O non solo, dall’aumento della produttività del lavoro (plus valore relativo), ma  dall’aumento della produttività del lavoro basato sul plus valore assoluto, sul contenimento dei costi della forza lavoro (diminuzione dei salari, maggiore intensità del lavoro ecc..) senza incidere sul rapporto organico del capitale, o incidendo poco. Questa (la diminuzione dei salari reali) è individuata da Marx come la più importante delle controtendenze.

 

5) Se così non fosse avremmo l’assurdo che, sono efficaci le contro tendenze che non interferiscono, o interferiscono poco, sull’innalzamento del rapporto organico del capitale. Sarebbe, inoltre, controtendenza anche l’aumento della produttività del lavoro, perché l’aumento del plusvalore relativo compenserebbe i danni provocati dalla modificazione organica del capitale, e non si riuscirebbe a capire da dove muove la legge della caduta del saggio, se non da una non meglio identificata contraddizione dei rapporti di produzione capitalistici, che rimandano al processo di accumulazione.

 

6) Non mi sembra metodologicamente corretto dire che una cosa è la modificazione del rapporto organico del capitale che innesca la caduta del saggio, e altra cosa è l’aumento della produttività del lavoro che è la controtendenza. Le due situazioni non possono essere considerate  oni non possono esiste esistere separatamente, pur all’interno di un unico processo. Esse sono i due aspetti contraddittori ed antagonisti dello sviluppo dei rapporti di produzione capitalistici che interagiscono tra di loro, dove la modificazione del rapporto organico del capitale, e la conseguente caduta del saggio,  sono intimamente connessi all’aumento della produttività del lavoro sulla base dell’aumento del plusvalore relativo, se non ci fosse uno di questi elementi, non ci sarebbe il resto. Tu dici che è il processo di accumulazione che determina la modificazione della composizione organica del capitale, responsabile della caduta del saggio. Mentre l’aumento del plusvalore relativo si contrappone alla legge. Come se l’aumento del plusvalore si trovasse di fronte una realtà già costituita, ad esso estranea, alla quale reagisce come contro tendenza. Non è così. I due fenomeni sono indissolubilmente connessi, l’uno presuppone l’altro e viceversa. Non c’è aumento del plus valore relativo senza la modificazione del rapporto organico del capitale, come nessuna variazione di questo può avvenire in mancanza dell’aumento del plusvalore relativo. I due fenomeni sono interdipendenti e contemporanei. In più, lo stesso processo di accumulazione è basato sulla riproduzione allargata che ha nella modificazione del rapporto organico del capitale e nell’aumento del plus valore relativo il suo motore primo. Motore primo che produce la legge della caduta del saggio che, a sua volta, accelera il processo di accumulazione ma ne rallenta i meccanismi di valorizzazione.

 

7) Per concludere, quindi, l’aumento della produttività del lavoro, l’aumento del plus valore relativo, vanno a modificare il rapporto organico del capitale che, di solito, fatte salve le situazioni precedentemente indicate, innesca la caduta del saggio del profitto. Così facendo il capitale aumenta la massa dei profitti ma ne diminuisce il saggio. Ecco perché Marx  conclude, dopo aver spiegato l’aspetto antagonistico  dei fattori economici tipici dello sviluppo contraddittorio del capitalistico che”L’aumento del saggio del plus valore e la diminuzione del saggio del profitto non sono che forme particolari che costituiscono l’espressione capitalistica della crescente produttività del lavoro”

 

8) Perché definire l’accrescimento del plusvalore relativo come la maggiore delle contro tendenze quando il suo manifestarsi è intimamente legato alla modificazione del rapporto organico del capitale che è la causa prima della caduta del saggio del profitto. E l’accrescimento del plus valore assoluto, la diminuzione dei salari reali, l’intensificazione dei ritmi di lavoro, che lasciano inalterato il rapporto organico del capitale, che cosa sono?

 

Scusa per la lungaggine ma un po’ di discussione, anche se attraverso il maledetto mezzo, fa sempre bene, saluti fabio.

 

Milano 22 dicembre 2005