Falsi amici – un’anticritica

Creato: 08 Ottobre 2013 Ultima modifica: 03 Ottobre 2016
Scritto da Celso Visite: 2171

22 febbraio 2009

 

Compagni,
è vero, posso convenire che nel volantino fatto da Damiano e riguardato da me, si sarebbe potuto mettere l'indicazione sul ruolo del partito, ma sul resto penso che la sezione di Catanzaro abbia fortemente equivocato, perché a me sembra chiaro che il riferimento ai No-Tav ecc. sia solo come
esempio di organizzazione di lotta territoriale, che nasce spontaneamente e, almeno in un primo momento, si muove al di fuori e contro le istituzioni, con tutti i limiti tipici di movimenti simili, ovvio. Dov'è, dunque, l'interclassismo?
Non vedo nemmeno dove ci possa essere un aggancio con la "rete operaia" così come era stata formulata nel documentino di Loto, sulla quale eravamo arrivati a un chiarimento unanimemente condiviso. E poi, in un volantino non possiamo dire agli operai di costruire dei gruppi di fabbrica
e di territorio internazionalisti, altrimenti dovremmo ritenere che, in questo caso sì, i lavoratori possano pervenire a una coscienza comunista, nel senso di rivoluzionaria, senza il partito. Dovremmo, questo sì, dare le indicazioni politiche sul partito e solo dopo spiegare cosa sono i GFT, ma un volantino è un volantino: quante volte, volantini "non tralignanti" si sono chiusi senza nominare esplicitamente i GFT? Parecchie, e non solo in questi ultimi  quindici anni. Dal mio punto di vista, avrei aggiunto un'altra critica, a un passaggio le cui implicazioni lì per lì mi erano sfuggite e di cui mi sono accorto a cose fatte, cioè quello in cui si nomina la cigs: a mio parere si sarebbe dovuto aggiungere una commento che spiegasse la nostra posizione sulla cig e sulla cigs, perché così com'è rischia di passare per una parola d'ordine di tipo sindacal-radicale. Che poi ci sia continuamente bisogno di studiare, analizzare, digerire e sviluppare le questioni inerenti all'intervento e quindi al rapporto partito-classe, è verissimo, ma questo vale per tutti.

 

Un saluto a tutti,
Celso