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Dalla rivista D-M-D' n°12
Nonostante gli innumerevoli tentativi di infiocchettarla da parte di un esercito di apologeti borghesi, la violenza dei rapporti di produzione borghesi è tale che si impone, a coloro che con occhi disincantati guardano lo stato di cose attuale, il compito di cambiare un sistema così ingiusto e antistorico tornando a ripensare la società dei liberi produttori associati indicataci da Marx. Sono in gioco il futuro dell’umanità e la vivibilità del pianeta.
Un libro che nel ricostruire il pensiero del Moro non scivola mai nella retorica delle commemorazioni del bicentenario della nascita di Marx.
Il bicentenario della nascita di Karl Marx è stato ricordato in tutto il mondo con numerose iniziative. Molte di queste si sono tradotte in deprimenti commemorazioni di rito, così come è accaduto in occasione del centenario della Rivoluzione russa nel corso del 2017, tanto da rappresentare quanto di più lontano possa essere immaginato dai presupposti teorici del marxismo stesso.
Anche tra le fila delle cosiddette avanguardie rivoluzionarie, il bicentenario ha offerto loro l’occasione per ripetere vecchie giaculatorie così stantie da non essere più in grado, ovviamente, di cogliere nella loro pienezza le moderne contraddizioni in cui si contorce il capitalismo del XXI secolo. Per siffatti “rivoluzionari” rimanere fedeli al pensiero di Marx significa perpetuare fideisticamente vecchie formule non più funzionali alla comprensione delle dinamiche del moderno capitalismo. Così facendo, quella che in apparenza sembra come una difesa ad oltranza del marxismo rivoluzionario, si trasforma in realtà nell’abbandono del materialismo storico, la cui applicazione richiede incessantemente una valutazione critica dei dati derivanti dal mondo reale. Solo chi abbandona la via maestra del materialismo storico, per sostenere in definitiva una prospettiva metafisica della realtà del capitale, può ipotizzare che la sfida al capitalismo del XXI secolo possa essere affrontata consultando le opere di Marx come il vecchio religioso ebreo consulta il Talmud, ricercando, quindi, nei vecchi testi quelle risposte che invece vanno trovate nelle dinamiche della società attraverso l’utilizzo del metodo d’analisi che ci ha lasciato in eredità il Moro.