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Dalla rivista D-M-D' n°13
“ Trattiamo bene la terra perché essa non ci è stata lasciata dai nostri Padri, ma ci è sta data in prestito dai nostri Figli “ (proverbio indiano)
L’immigrazione, fenomeno inarrestabile e incontrollabile
Ben al di là di tutte le analisi portate avanti, delle teorizzazioni che sottendono a tali analisi, delle prese di posizione le più variegate, i pregiudizi innalzati come barricate con annesso corollario di xenofobia e razzismo, ad imporsi è un’unica lettura della realtà, quella che parla di una immigrazione incontrollabile e, in quanto tale, di un fenomeno inarrestabile.
Soltanto partendo da questa ineludibile constatazione si può far da argine ad un pensiero mainstream omologato e tarato o sui farfugliamenti di chi elabora soluzioni transitorie che, come tali, non possono che produrre effetti irrisori senza scalfire minimamente le criticità reali o rinfocolare contrapposizioni a carattere nazionalistico, xenofobo, razziale che altro non rappresentano se non quel processo di imbarbarimento e di degrado che accompagnano la crisi del sistema capitalistico internazionale.
Per una risposta programmatica di classe alla devastazione capitalista dell’ambiente
Le vaste e significative manifestazioni studentesche che si sono tenute in oltre 120 Paesi contro i cambiamenti climatici spingono all’apertura di una riflessione e di un confronto che consentano di riannodare:
- l’approfondimento della critica alla distruzione ambientale connaturata al modo di produzione capitalistico;
- una critica delle ideologie ecologiste e ambientaliste, che non colgono il nesso di determinazione che vige tra capitalismo e devastazione del pianeta, e che sono inoltre agite come strumenti delle battaglie interimperialistiche e del Capitale contro il proletariato;
L’ATTUALITÀ DI UN PENSIERO E DI UNA BATTAGLIA RIVOLUZIONARIA
200 anni dalla nascita di Karl Marx. Un’occasione per avviare una nuova riflessione sull’attualità del suo pensiero e della prospettiva della sua militanza rivoluzionaria. Consapevoli che il futuro, che oggi sembra negato dal dominio capitalistico, è in realtà nelle mani della maggioranza dell’umanità attiva: nelle mani del proletariato.
Non la critica, ma la rivoluzione
è la forza motrice della storia
(Karl Marx)
Un secolo fa, un’ondata rivoluzionaria internazionale attraversava l’Europa. A fine 1917 il proletariato prende il potere in Russia; gli operai di tutto il mondo vedono nella pratica che sconfiggere la borghesia, dire no alla guerra e avviare la trasformazione della società è qualcosa di possibile, che i loro compagni di classe lo hanno fatto e hanno indicato come si fa. Fare come in Russia diventa uno slogan che passa di sciopero in sciopero, di assemblea in assemblea, diffondendosi tra i lavoratori di ogni Paese.
Qualunque siano gli esiti di questa particolare fase dell’Unione europea, per il proletariato non cambierà nulla. Il suo inferno non dipende dall’impiego di una moneta anziché un’altra ma è la conseguenza inevitabile delle logiche che informano il processo di accumulazione del capitale.
Sembra una di quelle favelas sudamericane che, abbarbicate sui fianchi di una collina, stanno in piedi in perenne conflitto con le leggi della statica e della gravità. In linea teorica, anche il battito d’ali di una farfalla potrebbe determinarne il crollo da un momento all’altro, nondimeno resistono. È così anche l’Europa e in particolar modo quella dell’euro. Resiste benché sia più facile trovare un ago in un pagliaio che qualcuno che non aspiri perlomeno a rivoltarla come un calzino, quando non del tutto a farle chiudere i battenti.