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Le scuole di ogni ordine e grado sono ormai chiuse dagli inizi di marzo. Dal momento in cui ci si è resi conto che non fosse possibile proseguire le lezioni in classe c’è stato un iniziale, breve, momento di smarrimento che è stato poi sostituito da un’idea “geniale”: la Didattica A Distanza (DAD). La DAD, consiste nell’utilizzo di piattaforme digitali per fornire agli alunni lezioni, compiti, verifiche ed esami. Sul sito del Ministero dell’Istruzione si può accedere a «[…] strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio, piattaforme certificate […]»[1].
Une nouvelle attaque contre les conditions de vie du prolétariat.
Publié le 23 Avril 2020 par Sica/Pantopolis [IT]
Les écoles de tous niveaux sont fermées depuis le début du mois de mars. Dès le moment où il est apparu clairement qu’il n’était pas possible de continuer à donner cours en classe, il y eut un premier et bref moment de perplexité auquel a succédé cette «brillante» idée : l’enseignement à distance (DAD)**. Le DAD, consiste en l’utilisation de plates-formes numériques pour fournir aux élèves des leçons, des devoirs, des tests et des examens. Sur le site web du Ministère de l’éducation, vous pouvez accéder à « [...] des outils de coopération, d’échange de bonnes pratiques et de jumelage entre écoles, des webmestres de formation, des contenus multimédias pour les études, des plateformes certifiées [...]»[1]
Dobbiamo abituarci all’idea che ai più importanti bivi della vita, non c’è alcuna segnaletica.
(Ernest Hemingway)
Il 2020 sarà con ogni probabilità ricordato come l’anno del Coronavirus, un evento epocale, un passaggio difficile e doloroso, un evento che da subito è segnato da incertezza, precarietà e sofferenza, un evento che segnerà un solco, un prima e un dopo.
A gennaio del 2020 viene lanciato l’allarme per la diffusione di un virus che attacca le vie respiratorie, da Wuhan nella provincia dello Hubei in Cina si diffonde al resto del mondo. Nella stessa Cina in pochi giorni il bilancio passa da poche centinaia di infettati a oltre seimila. Già nel 2003 si era diffusa la sindrome respiratoria acuta ( Sars), ma a differenza di quello precedente questo nuovo virus (Covid-19) si diffonde più rapidamente ed è più difficile da individuare in quanto i tempi di incubazione vanno da due a quattordici giorni, durante i quali le persone infette lo propagano in assenza di sintomi.
Quella in corso non è soltanto una delle tante crisi economiche e sanitarie conosciute dall’umanità ma segna il punto di non ritorno dell’intera società capitalistica.
Inizialmente è stata presentata come una delle solite influenze stagionali, solo un po’ più contagiosa e, tutto sommato, poco letale. Ormai però è chiaro a tutti che le cose non stanno così: questo Coronavirus, dicono quasi all’unisono i virologi che lo stanno studiando, è qualcosa di mai visto prima. Ma si tratterebbe, in ogni caso, di una variante di Coronavirus passato dal mondo animale – nello specifico, da un pipistrello – a quello umano secondo un processo del tutto naturale, come può esserlo l’alternarsi delle stagioni o il tempo che fa.