Cosa resta. Versi per sfidare la corrente

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Creato: 16 Giugno 2016 Ultima modifica: 03 Ottobre 2016
Scritto da Nunzio Di Sarno Visite: 3909
senzatitoloNunzio Di Sarno lavora da alcuni anni nella scuola pubblica. Docente, musicista, poeta, ci invia “Cosa resta”, un'opera in versi che siamo lieti di proporre ai nostri lettori. Versi che incalzano, che battono come un martello, una sorta di comunicato poetico che inizia come una litania e diventa un fiume che minaccia di far soffocare ma che può anche far saltare le dighe. Una proposta di lettura che ricerca l'incontro e il dialogo tra emergenze di pensieri critici, tra linguaggi, riflessioni, provenienze diverse.

 

 

(immagine: “Senza titolo” di Anna Maria Saviano)

 

 

 

 

di Nunzio Di Sarno

 

 

Gli anni trascorsi al di qua e al di là della cattedra sono valsi a comporre un quadro vivido,

che spesso è sconosciuto nei dettagli a chi la scuola poco la conosce.

Da incosciente e male armato, invece di rivendicare i propri diritti, si scaglia su quelli degli altri.

Apparecchia la tavola al potere, che manco più si sporca le mani.

 

A lui sono rivolti questi versi.

 

A chi parla senza sapere. A chi sa e non parla. A chi non ascolta. A chi distrugge con metodo.

 

A chi non sfida la corrente per risalire. A chi è dentro e a chi è fuori.
 

 

 

 

 

 

"Non usare il telefono.

 

La gente non è mai pronta a rispondere.

 

Usa i versi." Jack Kerouac

 

 

 

 

 

Cosa resta

 

 

Oltre concorsi prove e ricorsi

 

Oltre i lamenti ed i rimorsi

 

Oltre i lavori solo rincorsi

 

 

Oltre le truffe dei sindacati

 

Oltre i colleghi disinformati

 

Oltre i docenti già rassegnati

 

 

Oltre gli scioperi fatti a comando

 

Oltre la Vita di contrabbando

 

Oltre la noia che sta montando

 

 

Oltre i contratti non rinnovati

 

Oltre le ferie non consumate

 

Oltre i permessi recuperati

 

 

Oltre la boria dei dirigenti

 

Oltre la foia degli attendenti

 

Oltre la lingua stretta tra i denti

 

 

Oltre i collegi di propaganda

 

Oltre le palle dei riformisti

 

Oltre la puzza degli arrivisti

 

 

Oltre gli scandali al ministero

 

Oltre chi spera ed accende un cero

 

Oltre chi pensa sia tutto vero

 

 

Oltre il martirio dei missionari

 

Oltre le prediche dagli altari

 

Oltre le liste negli schedari

 

 

Oltre il controllo e la delazione

 

Oltre l’obbligo di formazione

 

Oltre le chiacchiere senza azione

 

Oltre chi teme la soluzione

 

 

Oltre chi delega per paura

 

Oltre lo stato senza natura

 

Oltre la finta legislatura

 

Oltre i sorrisi di copertura

 

 

Oltre chi giudica senza sentire

 

Oltre chi parla e sa di mentire

 

Oltre chi è in alto ad impoverire

 

Oltre chi è stanco di compatire

 

 

Oltre i figlioli dimenticati

 

Oltre i bisogni non rispettati

 

Oltre i palpiti inascoltati

 

Oltre i ragazzi disadattati

 

 

Oltre i disturbi dell’attenzione

 

Oltre la farsa dell’inclusione

 

Oltre l’atavica sottomissione

 

Oltre il denaro che è religione

 

 

Oltre le nevrosi dei genitori

 

Oltre il discredito dei professori

 

Oltre l’ignoranza dei direttori

 

 

Oltre il metodo e la didattica

 

Oltre la cultura asettica

 

Oltre un’istruzione asfittica

 

 

Oltre i registri da compilare

 

Oltre le lezioni da preparare

 

Oltre le verifiche da controllare

 

 

Oltre le classi sovraffollate

 

Oltre le smanie incontrollate

 

Oltre le note inascoltate

 

 

Oltre chi crede sia sempre poco

 

Oltre chi muove e dirige il gioco

 

Oltre chi non può sentire il fuoco

 

 

Oltre l’azienda chiamata scuola

 

Oltre un bonus che non consola

 

Oltre lo strazio senza parola

 

 

Oltre la pancia che oscura il cuore

 

Oltre chi non sussultando muore

 

Oltre chi è al soldo del creditore

 

 

Oltre l’idiota che non provoco

 

Oltre la rabbia che non evoco

 

Oltre la gioia che non soffoco

 

 

Oltre ma sempre

 

Giù fino al collo

 

 

 

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